Non vi è dubbio che autentica poesia del cibo sia quella che si crea e si celebra tra i fornelli e la tavola. Ma qui parliamo di parole, della materia prima della scrittura. Cominciamo quindi col frugare in quelle particolari dispense che sono i vocabolari, dove cibo non è parola frivola. Cibo dal latino cibus. E qui ci fermiamo. Si tratta di una di quelle parole che definiremmo "prime", come quei numeri che resistono a ogni ulteriore scomposizione. [...] Nella sua valenza biologica e fisica insieme, è parola lontana da ogni commozione: definisce la materia organica che l'animale consuma per continuare il ciclo della vita. Cibo, se usato senza aggettivazione, è entità necessaria e potente, benché passiva nell'atto di essere consumata.