Poeta-alchimista, appassionato di cabbala e conoscitore della tradizione teosofica ed ermetica, fin da giovane Pessoa si inoltra per le segrete vie dell'occulto, spinto dalla volontà di penetrare quel mistero iniziatico di cui la creazione letteraria gli appare manifestazione e sintesi. La ricerca del Graal si identifica così per lui con la ricerca di quella Parola Perduta, di quella scrittura magica che dovevano servire "all'elaborazione di una lingua nuova in grado di esprimere e spiegare la natura di tutte le cose simultaneamente", la lingua della quale avevano parlato i testi dei Rosacroce. Di tale "quete" sussistono testimonianze emerse fra i documenti che compongono lo spoglio Pessoa alla Biblioteca Nazionale di Lisbona.