Ostia, II secolo dopo Cristo. Tre uomini - Minucio, il narratore di questa storia, il cristiano Ottavio e il pagano Cecilio - camminano sul lido interrogandosi sul senso della vita: la buona novella portata da Ottavio giunge inaspettata ai due amici, per alcuni aspetti è incomprensibile, ma tocca a fondo il cuore con le sue aperture di speranza: è questo l'orizzonte dell'Octavius, la bellissima, ancorché poco conosciuta, apologia di Minucio Felice, un'opera segnata da una sete di verità che ha molto da dire al nostro tempo inquieto. Come suggerisce Silvia Stucchi nel suo Invito alla lettura, la pacatezza con cui Minucio Felice ci conduce per mano rende l'Octavius una lettura ideale per l'uomo di oggi. Minucio, infatti, non vuole offrire una sintesi dottrinale della religione cristiana, ma indirizzare ai pagani un discorso convincente sull'esistenza di Dio.