Lev Tolstoj (1828-1910) non è stato soltanto il grande scrittore russo al culmine del romanzo dell'Ottocento, ma anche un originale interprete delle tradizioni etico-religiose dell'Occidente e dell'Oriente e un teorico radicale del pensiero politico. A partire dagli anni Settanta, quando una profonda crisi spirituale lo condusse a interrogarsi sul senso della vita, dedicò al militarismo, alla guerra, al diritto di proprietà privata della terra espressioni estreme della violenza del potere statale - e alla dottrina della Chiesa aspre pagine di condanna.