"Pensieri del Tempo" (1836) è una delle opere più complesse concepite da Monaldo Leopardi (1776-1847), padre del poeta Giacomo. Persuaso dell'esistenza di un legame tra il giansenismo e il materialismo, che rappresentano due fasi diverse del medesimo processo rivoluzionario, Monaldo, con l'obiettivo di confutare tali ideologie, immaginò un testo suddiviso in brevi riflessioni ordinate per punti, che avrebbe dovuto essere pubblicato per capitoli nella sua rivista "La Voce della Ragione". A seguito della soppressione della testata, il nobiluomo decise di stampare il suo scritto in un unico volume: ne risulta comunque un testo organico, nonostante gli otto capitoli siano leggibili indipendentemente. L'opera, densa di riflessioni controrivoluzionarie, è basata sulla Fede e sul senso comune, ed ha un preciso obiettivo "antifilosofico": vuole cioè attaccare le tesi astratte - ma non per questo meno pericolose - dei pensatori rivoluzionari. Questo testo si affianca alla raccolta completa dei "Dialoghi" e alla riproposizione del "Catechismo sulle rivoluzioni" e degli "Otto giorni dedicati ai liberali illusi" (sorta di esercizi spirituali laici), già pubblicati in questa collana.