Perché soffermarsi, ancora nel 2021, sull'annoso dibattito sull'idea di Europa inseguita dalla classe politica democristiana dell'Italia del secondo dopoguerra? Quale rilevanza ha il mito del mare nostrum, riletto in chiave cristiana da Giorgio La Pira, nell'odierna dialettica politica? E quale relazione lega la tensione europeista alla direttrice neoatlantista della politica estera italiana tra la fine della Seconda guerra mondiale e i primi anni '60? Il saggio percorre un sentiero di ricerca decisamente meno battuto delle ricostruzioni storiche che insistono sulle ragioni politiche, economiche e strategiche che guidano la politica estera italiana nel secondo dopoguerra. Al cuore dell'analisi proposta si collocano le matrici culturali della proiezione estera del nostro Paese, che alimentarono la dialettica politica e influirono sulla conduzione delle relazioni internazionali in due fasi storiche di indubbio interesse: la "fase degasperiana" (1945-1954) e quella "post-degasperiana" (1954-1962).