Le terre rare rappresentano oggi risorse vitali per la produzione di un'ampia varietà di applicazioni high-tech, green e per la difesa: dall'iPhone alle tecnologie mediche più avanzate, dalle turbine eoliche ai sottomarini. Più ancora che rare, sono difficili e costose da estrarre. A partire dagli anni Novanta la Cina è riuscita a ottenere il controllo di circa il 97 per cento dell'industria delle terre rare attraverso una produzione a basso costo, alti dazi sulle esportazioni e limitazioni artificiali dell'offerta. Ma le terre rare - e il monopolio cinese su di esse - sono giunte al centro dell'attenzione internazionale solo dopo che la Cina ha «ufficiosamente» bloccato le esportazioni verso Giappone, Stati Uniti ed Europa. Anche se è stata costretta a rimuovere le restrizioni, ancora oggi la Cina detiene il controllo su questi elementi così critici per gli interessi economici e di sicurezza degli USA e dei suoi alleati. Più di una semplice disputa commerciale, la crisi delle terre rare deve essere vista come una parte del più ampio discorso dei rapporti di forza globali. L'incapacità di Stati Uniti ed Europa di mettere in atto politiche volte all'approvvigionamento futuro e di trovare una soluzione sostenibile per la produzione di terre rare al di fuori della Cina indica che la competizione sulle risorse è destinata a perdurare.