Accade un giorno alla Scuola Holden: ci sono un bel po' di studentesse e studenti e, in mezzo a loro, c'è Jovanotti. Lui si racconta con generosità e intelligenza, loro chiedono, parlano, si espongono: un crepitare di energia che mette addosso la voglia di rivedersi. Di scoprirsi. Alla fine è chiaro a tutti che quell'energia non può andare dispersa, perché l'energia che si sprigiona da ogni singola parola ha il potere di ridisegnare la mappa di quel che conosciamo. Questo libro nasce da qui: dalla vertigine di esplorare il potere delle parole perché oggi, più che mai, il mondo è fatto di parole. Anzi, questo libro nasce dalla possibilità di dire un po' del mondo per illuminarlo da un'altra prospettiva. Dunque non poteva che essere un atlante vocabolario, un atlantolario, perché è una mappa fatta di parole. Ispirati dal carisma e dall'immaginario di Jovanotti, i ragazzi della Scuola Holden hanno infatti scelto parole in grado di dare un nome a ciò che oggi ci entusiasma, ci fa innamorare, ci fa ballare, ciò che colora e dà ritmo alla vita: all'energia che ci tiene insieme anche se abbiamo età diverse. In un certo senso, questo libro è una fotografia che ci fa stare tutti nella stessa inquadratura. Che ci dà un posto - un mondo - da abitare. Perché condividere certe parole, e ciò che custodiscono, è il modo di ricordarci sempre l'umanissima tribù a cui diamo forma insieme, più potente di qualunque realtà geografica. L'ombelico del mondo è l'insieme dei nostri ombelichi, è un'infinità di linee nomadi - migranti - che quando entrano in contatto creano un unico, enorme, spettacolare ammasso di energia che si condensa, si concentra, lascia traccia di sé.