"No, non è correndo, non è nel tumulto delle folle e nella calca di cento cose scompigliate che la bellezza si schiude e si riconosce. La solitudine, il silenzio, il riposo sono necessari ad ogni nascita; se talvolta un pensiero o un capolavoro scaturisce in un lampo, è perché l'ha preceduto una lunga incubazione di vagabondaggio ozioso». In questo breve testo degli anni Trenta, Jacques Leclercq celebra le dolcezze e le virtù dell'indolenza e della lentezza, fondamentali per poter pensare, ammirare e rendere la nostra vita propriamente umana.