Ci sono templi in cui l'umanità si inchina da millenni, per adorarne le divinità, venerare gli spiriti dei morti, pregare per ottenere protezione, pioggia o cibo. Sono templi che possono essere visitati da chiunque, in qualunque momento; dove la voce robusta della vita vibra nella piccola ghianda, nella foglia, nei nostri sguardi e nelle preghiere mormorate a fior di labbra. Sono templi fatti di alberi, estesi tra montagne e ruscelli, privi di pareti e aperti al cielo. Foreste monumentali in cui Tiziano Fratus, cercatore di alberi, scrittore e poeta, ha scelto di praticare un buddismo naturale, esercitare lo zen e ripercorrere un sentiero millenario tra Giappone, Cina, Corea e Occidente, sulle tracce delle parole e del pensiero dei suoi Patriarchi. "Sutra degli alberi" è l'ultimo frutto di questo percorso: una raccolta di testi e riflessioni, letture e poesie, in cui Fratus intreccia di continuo la ricerca della spiritualità con la dimensione boschiva e silvatica che gli è più familiare. Un'autobiografia silvestre che, passo dopo passo, foglia dopo foglia, prende forma definitiva sulla pagina, disegnando la direzione per un'umanità migliore.