Ispirazione fondamentale per autori di tutte le epoche, la casa è un luogo che nelle sue molte declinazioni - spazio fisico o immaginario, territorio chiuso del ricordo familiare o ambiente prescelto per le manifestazioni del subconscio - occupa un posto d'onore nella letteratura come nella vita: lasciamo le nostre tracce sulle case che abbiamo abitato, così come loro le hanno lasciate su di noi. Sono proprio le case, quelle dove ha trascorso lunghi periodi durante l'infanzia, l'oggetto del racconto per immagini di Michele Mari in "Asterusher. Autobiografia per feticci", che torna in una nuova edizione accresciuta. Attraverso le fotografie di Francesco Pernigo, Mari ci invita all'interno delle sue dimore, ci mostra gli angoli nascosti raccontando, in un intreccio di aneddoti e citazioni, la storia indissolubilmente legata agli oggetti che le hanno popolate e le popolano. Ne emerge un'identità letteraria evocata attraverso le tracce fisiche di una storia personale e familiare, un'identità ambigua come quelle, alluse nel titolo, dell'"Asterione" di Borges e degli "Usher" di Poe.