Nel 1834, Luigi Ferrarese pubblica il "Programma di psicologia medico-forense": un breve trattato, ricco di proponimenti, il cui obiettivo è la costituzione di un'ideologia del delinquente ai fini della imputabilità, della graduazione della colpa e della corrispondente pena. L'opera è il tentativo di guardare ai disordini della mente integrando le prospettive psicologica, morale e penale. Viene così delineata, cinquant'anni prima di Lombroso, la figura dell'uomo delinquente, vale a dire un soggetto sottoposto a forti pressioni psicologiche e sociali, capace di compiere azioni delittuose contrarie, non solo, ad una specifica norma giuridica, ma anche ad una precisa realtà valoriale. Il medico lucano, dopo aver raggiunto grande fama nell'ambiente frenologico europeo, concentra la sua attenzione sulle questioni medico legali, tema che diventerà una costante in tutta la sua vasta produzione letteraria.