Di Dante Alighieri abbiamo tutti un'immagine stereotipata, di sommo poeta e corrucciato padre della patria, buona per scultori e professori, e infatti non c'è città che non abbia il suo monumento dal profilo aquilino, e non c'è studente che dai sedici ai diciott'anni non abbia fatto la sua brava cura di terzine. Dopo di che, probabilmente, dei 14.000 (e passa) versi della Divina Commedia sarà rimasta l'eco di qualche celebre endecasillabo: come Nel mezzo del cammin di nostra vita, o E quindi uscimmo a riveder le stelle che è poi l'augurale titolo di questo libro. E anche, forse, la sensazione di un appuntamento mancato, o di un viaggio interrotto. Bene, è il momento di riprendere il viaggio, non in senso scolastico, si capisce, ma proprio per il piacere dell'avventura. Perché la Divina Commedia è soprattutto questo: un viaggio, il più straordinario che mente umana abbia concepito, alla scoperta di un universo brulicante di straordinari personaggi: Paolo e Francesca, Ulisse e Ugolino, Pia de' Tolomei e Beatrice, Virgilio e Stazio, Cacciaguida e Sordello...; e ancora mostri e fantasmi, giganti e centauri, diavoli e dèi, pentiti e impenitenti, santi e bestemmiatori. Un viaggio durante il quale si attraversano paludi e si valicano montagne, si naviga e si vola, si dà la scalata alla salvezza e si sprofonda nella perdizione, si avanza sotto cieli di fuoco e si solcano mari di pece. È un'avventura, l'avventura dell'uomo alla ricerca di se stesso, corsa con tutta la fantasia, la potenza narrativa, la grandezza figurativa di cui il Medioevo era capace. Questo libro, quindi, non è una semplice antologia: propone invece la ripresa dell'avventura, e la riscoperta dell'emozione. Un viaggio dentro la Divina Commedia, con il testo di Dante (e una parafrasi a fronte, non si sa mai) e con una guida discreta e informata e all'occorrenza ironica.