A volte i dialoghi, questo sdoppiarsi per tenersi sotto controllo onde evitare di cadere nei fanatismi e nelle ostinazioni senili, sono leggieri, a volte banali, o gravi e tristi, importanti o di nessun conto, affini o contrastanti, a seconda del giorno o dell'umore, ma necessari per procedere nella vita. E più si va avanti, con gli anni e con le esperienze, più i dialoghi con sé stessi, per via delle crescenti difficoltà di comunicare senza ipocrisie con altri, o per le naturali incomprensioni generazionali, oppure, peggio ancora, per la dilagante balordaggine generale dell'epoca presente, i dialoghi, dicevo, si fanno più frequenti, sinceri, perfino sfacciati, senza remore e riguardi, per nessuno.