Un testo autobiografico spesso risulta anche autocelebrativo, in realtà non vorrebbe essere questo il fine della presente pubblicazione. Il libro invece, intende ripercorrere un cammino professionale che, seguendo l'evoluzione della scuola nell'arco degli ultimi quaranta anni, dal punto di vista di chi la scuola l'ha vissuta in vesti diverse, da allieva, da madre, da insegnante, da formatore, evidenzi limiti e opportunità dell'insegnare, in un gioco dove le ultime possono prevalere solo nella misura in cui lo sguardo del maestro supera i confini imposti da rigide categorie e luoghi comuni. È il "maestro", colui che insegna, a determinare il successo formativo e l'amore per il sapere dei propri allievi e a creare sinergie educative all'interno della comunità educante. La "Maestra con i tacchi" e il "bambino scostato" camminano a braccetto per sovvertire le logiche malate di una scuola e di una società che tendono a rinchiudere l'insegnante e i bambini in preordinati schemi di comportamento, e quindi di appartenenza, ne definiscono parametri e risposte, costringendo analisi lontane da qualsivoglia orizzonte di umana libertà e di ricchezza nella diversità.