Il volume si concentra sul tema della spazialità nell'immaginario di autori che in diversi periodi storici e generi letterari si sono confrontati con il moderno. Quando rivolgimenti epocali e scoperte geografiche, scientifiche o tecnologiche ampliano i confini della conoscenza, mettendo a dura prova la tenuta delle correnti mappe cognitive, le storie e i luoghi testuali si fanno carico di esprimere simbolicamente il loro significato. Spesso, come nel caso della Tempesta (1610-11) shakespeariana, abbondano immagini e figure tese a traslare concetti ancora sconosciuti o troppo astratti in un dominio concettuale già noto. Altre volte, come nel caso di All That Fall (1957) di Samuel Beckett, il non sentirsi più "a casa" in un mondo trasfigurato dagli eventi si traduce nella rappresentazione di luoghi sempre più sprovvisti di punti di ancoraggio. In altri casi, quando sono la scrittura e la letteratura stesse a essere minacciate dalla modernità, lo spazio della storia può diventare, come nel caso del romanzo House of Leaves (2000) di Mark Z. Danielewski, un luogo per sperimentare nuove forme di narrazione e interrogare l'ontologia stessa del letterario.