La storia dei Comanche è emblematica dell'epopea della Frontiera americana e del selvaggio West, quel territorio sconfinato, magnifico e impervio al tempo stesso, feroce con chi non vi si seppe adattare, che fu teatro di atti eroici, scontri sanguinari, scorrerie ed epidemie che portarono allo sterminio di tante popolazioni di nativi americani e al confinamento di altre all'interno delle riserve. Appartenenti a una tribù numerosa ma non particolarmente bellicosa, almeno fino al Seicento, i Comanche scoprirono con il cavallo un nuovo mezzo di locomozione, di caccia e di battaglia, che in poco tempo li portò a diventare la migliore cavalleria leggera del mondo e, ovviamente, i temutissimi signori di un territorio, ideale per la caccia al bisonte, che dominarono con violenza e ferocia. Fino al 1875, i Comanche resteranno i padroni di questa sterminata prateria, conosciuta come Comancheria, che contesero con i messicani, altri nativi e infine con i texani, guadagnandosi una fama sinistra. Da una parte i fieri guerrieri a cavallo, dall'altra le tribù nemiche, i cacciatori di scalpi, i ranger e i comancheros, mercanti autorizzati a trattare la vendita di donne, liquori e armi. Leggendarie le loro scorribande in Messico, in cerca di cavalli, prigionieri e armi, che avvenivano tradizionalmente durante la luna piena (da questo deriva il famoso detto "Luna Comanche"). Completa il volume un'analisi sui film, romanzi e fumetti che, più o meno fedeli alla realtà, hanno raccontato l'avventura dei Comanche, spesso arricchendola di dettagli avventurosi, esotici e romantici, facendoli entrare a pieno diritto nella leggenda del West.