L'ascesa del governo Draghi non ha diminuito le ragioni della rivolta sovranista. Queste ragioni derivano dall'impoverimento di ceti medi e classi lavoratrici avvenuto con l'affermazione del neocapitalismo globalista e delle tecnostrutture burocratiche. Contro le narrazioni ufficiali, l'autore ricostruisce le aggressioni subite dalla nostra società: dai soprusi economici (finanza casinò, delocalizzazioni, dumping sociale) a quelli politici (sottrazione della sovranità degli Stati, nascita dell'euro e delle istituzioni collegate). Forte è la critica al mito del pareggio di bilancio, diventato norma costituzionale in spregio dei valori fondamentali della civiltà politica italiana. Nel libro è indicata l'alternativa del sovranismo sociale, che supera antiquate concezioni della destra e della sinistra per affermare i nuovi princìpi emersi in questi anni. Soprattutto uno: il debito pubblico non è che una misura contabile. Quello che ci deve preoccupare è il debito con il nostro futuro, che nasce dai ritardi sociali e infrastrutturali accumulati nel tempo dell'austerità di bilancio.