Nelle nostre terre Cimbre, la Baatarlant, la 'terra dei padri', i nomi dei luoghi rappresentano molto di più che semplici indicazioni topografiche. Essi condensano valori di natura, storia e cultura di spazi vitali definiti. Sono il racconto di esperienze, descrivono disegni della mano dell'uomo stratificati nei secoli dalla verità. Il tòpos riguarda la complessità di quanto indagato in questi anni sulle relazioni ricorrenti tra nomi - luoghi - territori. Ciò che ad un certo punto più mi ha spinto a pubblicare è stato qualcosa di inaspettato, il riscontro diretto, palpabile tra gli individui, di un diffuso e crescente interesse verso l'origine e il senso dei luoghi che abitiamo, che più sentiamo nostri. C'è dunque un nuovo bisogno, è nel camminare guardando con occhi diversi al paesaggio, ai segni dell'uomo, ai nomi come veri 'fossili viventi' di senso. Non di rado scopriremo che questi segni sono custoditi negli stessi nostri cognomi. I toponimi sono 'fotografie' della nostra nostra identità. Lo scopriremo inoltrandoci insieme «in d'ögnarn taaldar», tra le nostre valli o tra le pagine di questo piccolo quaderno.