«Dopo la Grande guerra, Corradini si interrogò intensamente sul rapporto tra classe e nazione, sul conflitto tra le classi, sulle possibili ipotesi di soluzione 'simultanea' della 'questione sociale' e della 'questione nazionale'. Dai molti scritti e discorsi sul tema ne venne fuori, nel 1920, un libro che riassumeva il suo pensiero post-bellico, "Pagine degli Anni sacr"i, nella cui prefazione l'autore avvertiva il lettore che l'idea fondamentale della raccolta di scritti e discorsi "è che la guerra vittoriosa sarà produttiva per l'Italia in tutti i valori". È l'evento preannunziato agli Italiani che lo aspettavano da secoli, "l'avvento della guerra vittoriosa". Naturalmente, era ad una rivoluzione che Corradini pensava dopo la guerra vittoriosa, e infatti, nella stessa prefazione alle Pagine, aggiungeva che "la rivoluzione può essere in noi". E quel 'noi' erano i corpi vitali della nazione, uniti nell'ispirazione ad un cambiamento radicale. Ciò presupponeva la riconquista dell'idea di Patria, come si evince dalle pagine che seguono, 'sacre' perché riprendono il sacrificio di un popolo che chiedeva un suo posto nel mondo con il suo sangue versato in olocausto ad un'idea di giustizia tra i popoli europei» (dall'introduzione di Gennaro Malgieri)