La realtà è mutevole: credere è un atto di creazione che continuamente dà forma all'universo e ne modifica il significato. In "Magia e tecnica", Federico Campagna compie un viaggio alla ricerca del principio di realtà che crea il mondo in cui viviamo: se la Tecnica, vero paradigma della contemporaneità, impone una realtà opprimente responsabile di una paralisi dell'azione e dell'immaginazione, la Magia si pone invece alla base di un nuovo e allo stesso tempo antico modo di pensare il reale e le sue infinite possibilità. Mentre la Tecnica incarna il principio del "linguaggio assoluto" orientando ogni possibilità verso l'infinita accumulazione di tutto ciò che esiste, la Magia, situando l'"ineffabile" al cuore di ogni esistente, garantisce una via di fuga che permette alla realtà di ritrovare la sua potenza vivificante. In un viaggio che va dall'Oriente all'Occidente, grazie all'opera di autori come Martin Heidegger e Mulla Sandra, Max Stirner e Ibn Arabi, passando per la poesia di Pessoa e la tradizione dell'Advaita Vedanta, Campagna dà vita ad un lavoro filosofico dalle grandi conseguenze politiche e sociali.