Raccolta di scritti tra il saggio e la narrativa, in cui si odono gli echi stilistici e tematici dei suoi romanzi, questa opera si compone di otto testi che inquadrano il fascismo con lucidità e ironia. Composti negli anni Quaranta, non risparmiano niente e nessuno, a partire dall'autore e dai propri trascorsi fascisti. Con passo comico e impietoso, Brancati scandaglia le ipocrisie e le barbarie della dittatura appena conclusa e descrive alcuni tratti dell'italianità con parole che ancora oggi, a distanza di ottant'anni, conservano intatto il loro potere rivelatore.