La Grande Guerra significò il kairòs, il momento giusto per il configurarsi di due mitologie che insorsero contro l'alienazione capitalistica: il mito della razza e il mito dei soviet. La connessione di estetica e politica si rivelò tenace e risoluta in entrambi i casi: la grande "rivolta generazionale" indusse costoro a identificarsi con la razza come forma o con la forma come collettività. La forma, nelle figure del tipo razziale o dell'uomo comunista, si dichiarò antagonista all'instabilità della civilizzazione moderna, al fluire omogeneo della società del denaro.