Girolamo Bartolomei (Firenze, 1584-1662), accademico della Crusca e Umorista, lavorò al servizio della corte medicea e di quella pontificia, ritagliandosi un posto di rilievo nei circuiti culturali di Roma e di Firenze. Compose molti testi, prevalentemente di natura teatrale: oltre a diverse tragedie, conta anche molti drammi per musica sacri e storici e il trattato la Didascalia, cioè dottrina comica in tre libri. L'America, stampata nel 1650, è il più organico e riuscito tentativo di realizzare una moderna epica di viaggio. Lungo i suoi quaranta canti e le sue oltre quattromila ottave si condensa e prende forma poetica tutta l'esperienza odeporica della prima modernità: i viaggi di Barents in cerca del passaggio a Nordest e quelli di Vasco da Gama verso l'India, le scoperte di Colombo e dei Caboto, le spedizioni portoghesi in Africa fanno da contrappunto all'itinerario sapienziale, spirituale e anti-eroico, di Amerigo Vespucci per il Brasile, la terra promessa dove fondare un nuovo impero della fede. Riagganciandosi ai grandi modelli classici e rinascimentali, da Omero ad Ariosto e Tasso, Bartolomei crea uno tra i più succosi frutti dell'epica volgare.