Il tempo drammatico in cui siamo immersi, aggravato ulteriormente dalla pandemia, ci impone di pensare al futuro partecipando alla costruzione di una realtà non ancora del tutto visibile, impiegando tutte le nostre risorse positive nel costruirla. Dalle diverse tradizioni religiose quali insegnamenti possiamo recuperare per progettare un mondo dove la cura abbia uno spazio di senso in primo piano? Tutti assistiamo alla sfida che l'ambiente ci sta lanciando da diverso tempo e insieme ad essa alla crisi dell'umano che riguarda tutti da molto vicino: la corsa al consumo e al profitto che lascia indietro molte persone in diverse parti del pianeta, i beni essenziali che non sono alla portata di tutti, l'estrema povertà di molti e la ricchezza di pochi, l'economia di mercato che mostra tutti i suoi limiti, e l'elenco potrebbe continuare ancora mettendo in luce quale impegnativo compito attenda nell'immediato ogni persona. Le religioni sono in grado di dare un orientamento verso il futuro? Gli interventi degli esperti provenienti dalle diverse tradizioni religiose, sul tema del prendersi cura, sembrano orientarci in senso positivo per condurci a una presa di coscienza e di posizione in concreto che vadano ad opporsi all'indifferenza e alla noncuranza verso tutto ciò che ci circonda. Secondo le diverse religioni il primo elemento da cui partire è lo sguardo di cura che ciascuno rivolge a se stesso, esso non può mai prescindere dall'aver cura di ciò che ci circonda perché espressione della coscienza religiosa d'essere solo una parte del Tutto. Il secondo elemento è ritenere come importante e necessario anche tutto ciò che è fragile, piccolo, umile perché può divenire un autentico paradigma per costruire un futuro solidale e sostenibile, una Terra di bellezza e armonia opposta all'aridità, alla violenza, alla morte e all'estinzione cui sembra altrimenti destinata. Ad accompagnarci saranno le riflessioni in ordine di intervento di: Amina Crisma, docente di Filosofie dell'Asia Orientale (Cina), Università di Bologna e del maestro Tetsugen Serra, monaco e missionario c/o Il Cerchio Monastero Zen (MI); p. Claudio Monge, domenicano a Istanbul; Shahrzad Houshmand, teologa islamo-cristiana e docente di studi islamici, Sapienza di Roma; Andrea Oltolina, monaco c/o Monastero Benedettino di Dumenza (VA); Asmae Dachan, giornalista; Hamdan Al-Zeqri, delegato Ucoii per il dialogo interreligioso; Noemi Di Segni, presidente della Unione Comunità ebraiche italiane; David Meghnagi, Assessore alla cultura dell'Ucei, Prof. Senior di psicologia clinica e dinamica e di psicologia della religione, Università Roma Tre, ordinario della Società psicoanalitica italiana; Hamsananda Ghiri, monaca c/o Ashram di Altare (SV) e Vicepresidente UII, Sanatana Dharma Samgha Italia; Roberto Catalano, docente di Teologia e prassi del dialogo interreligioso, Università SOPHIA.