Mogadiscio, 20 marzo 1994. Ilaria Alpi e Miran Rrovatin sono da poco tornati al loro albergo, il Sahafi. Decidono di uscire attraversando la green line, la linea verde che dal 1991 divide in due la città. Una parte è controllata da Ali Mahdi, l'altra dal generale Aidid. Raggiungono l'hotel Amana e ci rimangono solo pochi minuti. Appena ripartiti, alle ore 15:00, una macchina con a bordo un commando composto da uomini somali blocca il fuoristrada nel quale stanno viaggiando l'inviata del Tg3 e il suo operatore. Pochi secondi e scoppia l'inferno. Sopravvivranno solo l'autista e l'uomo di scorta a bordo del fuoristrada Toyota. Miran viene trovato morto ma Ilaria è ancora in vita. L'imprenditore italiano Giancarlo Marocchino e alcuni suoi uomini li portano al porto vecchio di Mogadiscio dove un medico militare tenterà di prestare a Ilaria le prime cure, ma invano. È il punto di non ritorno, la verità non dovrà mai uscire fuori. Almeno fino a oggi. Momento in cui un gruppo di giornalisti decide di raccontare depistaggi e verità nascoste: chi sono i colpevoli e perché non sono mai stati cercati?