Passeggiando in montagna, lungo un fiume, o guardando il mare dopo aver letto Lo Hobbit o Il Signore degli Anelli, ci accorgiamo che la natura ha un aspetto nuovo. Perché Tolkien non si limita a parlare di "fiori" e "alberi", ma ne cita i nomi, nel solco di una tradizione letteraria in cui il paesaggio più che uno sfondo rappresenta un personaggio. Nonostante il mondo immaginario di JRR Tolkien sia pieno di creature fantastiche (Baccadoro, Aragne, Barbalbero), gli ambienti naturali sono davvero "reali" e richiamano il nostro mondo: i giardini di Gondor somigliano a quelli italiani, le Morte Paludi ricordano le Fiandre della Grande Guerra. Così Il Signore degli Anelli mette in guardia da un'industrializzazione sfrenata - una sensibilità divenuta determinante proprio negli ultimi anni. Questo volume vuole illustrare come il viaggio nella Terra di Mezzo sia la ricerca di un equilibrio con la natura. Leggere Il Signore degli Anelli in questa prospettiva farà apprezzare ancor di più l'impegno concreto per un mondo migliore.