Le Pagelle di Antonio Pizzuto furono pubblicate dal Saggiatore di Alberto Mondadori, con versione francese e note della svizzera Madeleine Santschi, in due distinti volumi di venti componimenti ciascuno: Pagelle I (1973) e Pagelle II (1975). Le stampe, licenziate ma non sorvegliate dall'autore, erano gremite a tal punto di mende tipografiche, sviste, errori da risultare a tratti indecifrabili. Colpa più grave se riguarda la scrittura più grammaticalizzata e "ambigua" del Novecento italiano, la cui fruizione esige armamentari di nozioni e competenze filosofiche. Pagelle rappresenta un momento capitale nell'evoluzione stilistica del prosatore più sperimentale dell'altro secolo: il passaggio dal regime delle lasse ("episodi" iscritti in un unico disegno narrativo, ancorché fruibili nella loro essenza di blocchi compatti, e dominati dall'imperfetto, tempo della duratività e dell'indeterminazione) a quello appunto delle pagelle (brevi componimenti in sé conclusi, caratterizzati dalla soppressione del verbo ai modi finiti con relativa inevitabile disgregazione di personaggi e vicende).