Composta nel I secolo d.C. da un autore rimasto sconosciuto, Il Sublime è un'opera polivalente: dissertazione di estetica, trattato di retorica e anche saggio di critica letteraria in cui vengono formulati alcuni fra i giudizi più penetranti sugli scrittori classici: giudizi non sistematici, medaglioni dove con un tratto solo si delinea tutta la personalità dell'artista. Euripide è «straordinario nel descrivere due cose: l'amore e la follia»; i racconti fantastici dell'Odissea sono «sogni di Zeus»; l'Iliade è simile a una tragedia, l'Odissea una commedia; Demostene è come un fulmine, Cicerone come un incendio che dilaga vastamente. Si direbbe che l'Anonimo abbia voluto esemplificare attraverso questo suo modo di procedere un tipo di «giudizio sublime», che si manifesta con l'istantaneo bagliore di una frase, un'idea o una metafora.