L'autore, per mettere a punto queste meditazioni ecumeniche tenute negli anni scorsi durante due convegni del Pontificio Consiglio per l'unità dei cristiani, parte da una convinzione profonda e fondamentale: l'unità è dono di Dio. Quindi, per prima cosa, siamo chiamati a rendere grazie a Dio per quanto ha promesso di concederci. Il testo si compone di due parti principali, suddivise in nove capitoli: Meditazioni bibliche sulla prima Lettera di Pietro; Meditazioni bibliche sull'«alleanza». Nei primi quattro capitoli, l'autore analizza quello che dice in merito all'unità la prima lettera di Pietro, poi nei successivi quattro capitoli approfondisce il significato dell'alleanza, prima e dopo Cristo. Dio è colui che dona; è colui che benedice: ogni suo dono conduce sia a un'apertura universale verso tutti, sia a un realismo spirituale. Da lui proviene la grazia e questa grazia desta ammirazione, perché ha molteplici forme, una ricca diversità: i diversi carismi non nuocciono all'unità, anzi la rafforzano. I doni di Dio, infatti, non ci appartengono: essi sono un'occasione e un mezzo a servizio degli altri. «Quando Dio chiama una persona a un rapporto privilegiato con lui, ciò non avviene mai per rinchiudere questa persona in prospettive anguste, ma sempre per spalancarle il cuore a tutte le dimensioni del suo disegno di salvezza. La benedizione divina non è mai data a una persona perché ne tragga soltanto un profitto personale, ma sempre perché sia comunicata ad altre persone e susciti un dinamismo di comunione, un movimento verso l'unità». (Albert Vanhoye)