Jean-Joseph Surin, gesuita francese, è tra i più grandi mistici del XVII secolo, ma anche uno dei più dimenticati. Molti ne sono rimasti affascinati: da Bossuet a Fénelon, da Teresa di Lisieux a Raïssa Maritain. L'eccezionale statura spirituale di Surin è stata a lungo oscurata dalla sua malattia mentale e dalle intricate vicende che l'hanno visto coinvolto in strani fenomeni di possessione diabolica a Loudun. Nel '900 è stato riscoperto da studiosi di fama mondiale come Brémond e De Certeau. La sua luce fruga nelle pieghe nascoste dell'anima. La sua penna sferzante richiama le esigenze radicali dell'amore di Dio. Dotato di solide basi teologiche e di un gusto letterario raffinato, Surin si esprime con linguaggio semplice e diretto. Come tutti i grandi, riesce a condensare la ricchezza della sua proposta in poche idee che ripete con insistenza e rappresenta con efficace concretezza visiva. Quest'ampia antologia del suo Epistolario consente di accostare un'esperienza mistica di eccezionale qualità. Le lettere qui presentate (116 delle 594 dell'edizione critica di M. de Certeau) sono state raggruppate dal curatore per temi che ben riassumono il pensiero di Surin: esperienza mistica e vita di fede e di apostolato, gioia mistica e fatica ascetica. Indici e prospetti sinottici permettono di rintracciare ogni lettera.