"Col mondo e col trascorrere del tempo l'uomo si sente congiunto. Sente nel proprio essere l'immagine dell'archetipo del mondo. L'immagine tuttavia non è un'imitazione pedantescamente simbolica dell'archetipo. Ciò che l'universo manifesta nel corso del tempo, corrisponde, nell'essere umano, a un moto pendolare che non si svolge nell'elemento del tempo. L'uomo può peraltro sentire la propria entità, dedita ai sensi e alle percezioni sensoriali, come corrispondente alla natura dell'estate, intessuta di luce e di calore. Mentre il fondarsi in se stesso e il vivere nel mondo del proprio pensiero e della propria volontà, egli può sentirli come esistenza invernale. Così, ciò che nella natura si presenta in alterna vicenda temporale come estate e come inverno, si trasforma entro di lui in ritmo di vita esteriore e di vita interiore. Se però egli mette adeguatamente in rapporto il proprio ritmo atemporale di percezione e di pensiero con il ritmo temporale della natura, allora grandi segreti dell'esistenza gli si possono dischiudere. In questo modo l'anno diventa l'archetipo dell'attività dell'anima umana e quindi una feconda fonte di vera autoconoscenza." (Dalla Prefazione alla prima edizione)