Quest'opera fin dalla sua pubblicazione, avvenuta nel 1953 presso Les Cahiers du Sud, diviene - come ricorda J.B. Aymard - "per molti un inesauribile livre de chevet". Bernard Kelly, il noto tomista inglese, afferma che: "In Prospettive spirituali e fatti umani (Schuon) parla di grazia come qualcuno in cui questa grazia è operante e, per così dire, in virtù di quella operazione", dopo aver detto dell'autore che "la sua opera possiede l'autorità intrinseca di un'intelligenza contemplativa". Frithjof Schuon, nella Prefazione del 1988, in occasione di una nuova edizione inglese del volume, scrive tra l'altro: "Questa raccolta di scritti - che risalgono alla metà del secolo - pertanto molto prima della maggior parte degli altri nostri libri, differisce da questi dal momento che, invece di articoli veri e propri, è costituita da estratti di lettere, annotazioni di letture e riflessioni sorte indipendentemente dalle circostanze esterne e ordinate solo più tardi in forma di capitoli. Comunque sia, Prospettive spirituali e fatti umani contiene argomenti che non abbiamo trattato nei libri posteriori, in particolare a proposito di Cristianesimo, Vedànta, psicologia spirituale e simbolismo dei colori; per quel che concerne questa psicologia, è ovvio che la moralità intrinseca, considerata a fondo, costituisce un messaggio che non invecchia mai e rimane quindi urgente per l'uomo in sé, l'uomo di tutti i tempi."