Ci sono pagine dell'Antico Testamento che risultano dure per il lettore ignaro della matrice culturale e religiosa che le ha prodotte. Tra queste spiccano quelle che riportano gli oracoli di alcuni dei Dodici Profeti, o Profeti Minori. Essi vi affrontano tematiche cruciali, come: la responsabilità dell'uomo (peccatore) nella distruzione annunciata dai profeti su comando divino; l'inevitabilità della fine, conseguenza ultima della corruzione; la lotta di Dio contro il male della storia; il castigo sempre pedagogico per la conversione; il Giorno di Yhwh, culmine del castigo e tempo di speranza. Attraverso un paziente lavoro interpretativo, l'Autore mostra come un linguaggio arduo nella forma sia, in realtà, dolce nell'intento. Ne deriva che la strategia punitiva divina risponde sempre a una logica educativa e il castigo non è sfogo irrazionale di rabbia, ma ponderata strategia in vista della conversione del colpevole. Anche nei passaggi all'apparenza più ostici della profezia è sempre lo stesso Dio a manifestare la propria na-tura paterna nei confronti di Israele e dell'umanità intera. Il volume persegue l'intento non di addolcire una profezia considerata troppo ruvida e difficile da recepire, ma di rendere più esplicita quell'intenzionalità salvifica già inscritta nelle parole dei profeti.