Due brevi scritti sul male, il peccato e la redenzione che segnano gli albori della riflessione dell'autore. Intervenendo per confutare l'idea di una volontà di male presente nel Creatore, l'abate di Deutz difende appassionatamente la bontà e l'amore di Dio: il male è solo la persistente deviazione verso la morte da parte di una creatura mutevole e fragile che fatica ad aderire nella fede a un Dio d'amore. Ma la disputa teologica è in realtà il riflesso di un'esperienza umana di rara profondità e modernità: è dal confronto tra i moti del cuore umano e l'unica e ultima autorità infallibile, la parola di Dio, che si schiude davanti a ogni uomo un autentico cammino di speranza.