L'inno Jesu dulcis memoria, pur essendo composto in una lingua ormai desueta, è custode di una promessa ancora in grado di sorprendere chiunque si lasci avvicinare e, quasi, toccare dal suo "segreto". Non si tratta infatti, in primo luogo, di capire qualcosa che non risulta chiaro alla mente, bensì di sperimentare una "presenza" inattesa, la sola capace di sciogliere quel nodo interiore che è sorgente perenne di inquietudine. La bellezza semplice del testo, la vivacità delle sue immagini, la linea musicale sobria e pacata han-no, nel loro insieme, una sorprendente capacità di suscitare sentimenti di serenità e di pace. Ma la particolare profondità di questi effetti non si spiega a partire soltanto dal testo o dal canto o dalle immagini evocate, e nemmeno dall'insieme di tutte queste cose, bensì, appunto, a motivo del "segreto" che questo inno custodisce e che invita a scoprire.