Due processi della storia contemporanea sembrano chiamarsi e provocarsi a vicenda: quello del progressivo superamento dei blocchi (ultimo residuo di soggetti storici particolari e chiusi, dopo il declino degli Stati) per arrivare all'identità del 'genere umano' quale effettivo unico 'soggetto storico'; e quello dell'ecumenismo inteso e vissuto come impegno per un cammino di riconciliazione fra chiese e fra cristiani per giungere a formare una sola chiesa dopo tanti secoli di separazioni. La sete di unità, dunque, nonostante sintomi di separatismi e particolarismi egoistici, attraversa tutta la nostra epoca. C'è, però, il rischio di soffocare, in nome dell'unità, la ricchezza di tante diversità originali che la storia finora ha maturato, matura o può ancora maturare nel proprio seno. Ecco, dunque, l'urgenza di ripensare il processo di unificazione delle chiese (e delle culture e nazioni) perché non sbocchi in una meta mortificante. Il presente studio intende recensire e discutere gli sviluppi promettenti che la teologia ecumenica (anche nei suoi momenti di più duro dibattito) sta offrendo in questa materia. Apparentemente, studio settoriale sul terreno specifico dell'ecumenismo; ma, di fatto e in profondità, riflessione teologica di respiro universale che tocca l'essenza stessa della fede cristiana e della realtà e missioni della chiesa.