Il testo "L'occhio di luce" è un tentativo di esegesi del divino per dare misura del lavoro svolto da altri sull'argomento. L'opera si pone al lettore come una ricerca di diverse soluzioni (filosofiche, letterarie, artistiche o altre) orientate a cogliere in una unica visione, quella metafisica del divino, il suo valore di verità, pur nella varietà e novità poste nel tempo. Sottesa è la ricerca della fede nell'animo. L'acquisizione di questa luce nel cuore dell'uomo si prospetta come un dono della "Grazia", non intesa, come nel Paradiso dantesco, quale "seme della gloria" o "una specie di avvio verso la vita eterna", ma come elemento di collegamento tra la Terra e il cielo, strumento nell'animo dell'essere umano a cui fare appello nelle difficoltà. Ma la Grazia è un dono che non viene elargito a tutti, ma solo ad alcuni. Cosi non resta che la "sete" in chi aspira a capire. In ogni caso, l'autrice si augura che la lettura dei testi in esame, lo scavo nel pensiero degli autori, le intuizioni e le riflessioni desunte dalle loro particolari visioni ed esperienze di vita siano per il lettore "una lama di luce nelle tenebre".