Il Breve commentario all'Epistola ai Romani di Karl Barth risale all'inverno 1940/41, anche se la sua pubblicazione è avvenuta solo molti anni più tardi, nel 1956, ed è il terzo lavoro esegetico barthiano integralmente dedicato all'epistola paolina. Gli altri più famosi e più ampi scritti su L'Epistola ai Romani risalgono alla teologia giovanile di Barth, rispettivamente al 1919 e 1922 (data di pubblicazione), ed hanno un rilievo centrale per tutto il suo pensiero. Questo terzo commento è separato dagli altri due da una notevole distanza, che non corrisponde certo a un diminuito interesse per il testo paolino e per i problemi ad esso collegati, ma anzi è indice della sua continua presenza alla riflessione barthiana, e del procedere di quest'ultima in costante riferimento all'epistola ai Romani. Il Breve commentario all'Epistola ai Romani viene ora edito per la prima volta in lingua italiana nella traduzione di Maria Cristina Laurenzi, che in un puntuale Editoriale lo situa nel contesto dell'intera riflessione teologica barthiana.