In questo testo critico e illuminante Marco Guzzi tratteggia gli elementi alienanti e disfunzionali del nostro sistema sanitario invitandoci a un ripensamento radicale delle modalità e dei luoghi destinati alla cura mettendo al centro la persona, l'esigenza di un ascolto profondo e di un'autentica relazione tra medico e paziente. Questa riflessione nasce dall'urgenza e dalla necessità di una revisione del concetto di cura e delle pratiche terapeutiche che ne derivano. Lentamente sta tentando di farsi strada un'umanità più cosciente dei nessi non visibili, non immediatamente controllabili - benché costituiscano la parte più profonda della vita - coinvolti nel processo della cura. Ogni organismo è una storia, una rete di informazioni interconnesse tra di loro. Tutto è sensibile nel corpo umano: le parole, i toni, i luoghi e le immagini che utilizziamo in ambito medico e altrove toccano profondamente l'anima racchiusa in ogni persona e la orientano nel suo percorso verso la guarigione. Postfazione di Franco Arminio.