Ebrei e cristiani condividono i cinque libri di Mosè, cuore della rivelazione al monte Sinài, che i primi chiamano Torà, i secondi Pentateuco, senza il quale è impossibile comprendere il Nuovo Testamento (come afferma la Dei Verbum). Persona o personaggio che sia, Mosè resta centrale tanto per il giudaismo quanto per il cristianesimo: nel corso dei secoli non ha mai smesso di ispirare esegeti e teologi di entrambe le fedi. Poiché il dialogo, oggi, si alimenta di una sempre più approfondita conoscenza delle diverse interpretazioni e letture dei Testi sacri, in questo volume l'autore esplora e commenta tali diversi approcci, dando voce ai rabbini di Israele che hanno creato il midrash e ai teologi che nei primi secoli hanno forgiato il cristianesimo: gli uni e gli altri sono affascinati da Mosè, l'uomo che parlava a tu per tu con Dio, umile e al contempo determinato, non privo di difetti, come ogni altro uomo, ma anche generoso fi no al sacrificio di sé, modello di fede nell'obbedire e trasmettere i comandi divini. In queste pagine Mosè «servo del Signore» e «nostro maestro» parla ancora attraverso lo studio delle fonti ebraiche e cristiane, mostrando la perenne vitalità delle Scritture.