"Ti parlo perché desidero aggiungere ciò che i quattro Evangelisti non hanno scritto. [...] Sono molteplici le ragioni che mi hanno mosso a illuminare e a dettarti miei episodi e parole. Ma in tutte ne è anima l'amore mio per la Chiesa, sia docente che militante, e il desiderio di aiutare le anime nella loro ascesa verso la perfezione. La conoscenza di me è aiuto all'ascesa. La mia parola è vita. [...] Nel mostrarti il Vangelo faccio un tentativo più forte di portare gli uomini a me. Non mi limito più alla parola, ricorro anche alla visione e la spiego per renderla più chiara e attraente". (23 agosto 1943) "I Vangeli sono quattro. Ora Io li sto illustrando per portare altri alla luce, che hanno perduta o sminuita. Ma non creo un altro Vangelo. Quelli sono e quelli restano. Conosciuti nei particolari o lasciati nelle linee schematiche, quelli sono e non più". (17 ottobre 1944) "L'opera che viene data agli uomini attraverso il piccolo Giovanni non è un libro canonico. Ma è sempre un libro ispirato, che Io dono per aiutarvi a comprendere ciò che fu il mio tempo di Maestro e a conoscermi: Io, Parola, nelle mie parole. Né Io, né tanto meno il portavoce, che per la sua assoluta ignoranza in questo ramo neppure sa distinguere teologia dogmatica da quella mistica o da quella ascetica, né sa sottigliezze di definizioni, né conclusioni di Concili, ma sa amare e ubbidire - e ciò mi basta né altro voglio dal portavoce - né Io né lei diciamo che l'opera è un libro canonico. In verità, però, Io vi dico che è libro ispirato, non essendo lo strumento capace a scrivere pagine che neppure comprende, se Io stesso non gliele spiego per levargli il timore". (28 gennaio 1947) Prefazione di Carlo Fusco.