La necessità di fissare un'unica data di celebrazione della Pasqua in tutte le Chiese d'Oriente e d'Occidente mise in moto secolari ricerche e polemiche, legate all'uso di calendari diversi. In seguito alla proposta avanzata in merito da Dionigi il Piccolo (VI secolo), che si basava sulla conoscenza di numerose fonti anteriori e sui dati forniti dagli astronomi dell'epoca, prese piede anche la datazione dell'era cristiana. L'autore ripercorre le vicende, verifica le incongruenze tra antichi storici, cristiani e non, cerca di spiegare la loro origine e mette a confronto Dionigi e Giuseppe Flavio sullo spinoso argomento della morte di Erode il Grande, che ha portato a datare la nascita di Gesù a 6 o 7 anni prima di Cristo. Anche il ricorso ai risultati raggiunti dagli studi più recenti di astronomia, in particolare a quelli forniti dal U. S. Naval Observatory, confrontato con i racconti evangelici, appare confermare la datazione che fissa il Venerdì della Passione al 3 aprile 33 e alla successiva domenica 5 la Resurrezione. Fatta questa scelta, anche molte altre date appaiono recuperate con coerenza.