Dice un manifesto di giovani nati e approdati all'esistenza contorta dopo il boom degli anni '70: «La rivoluzione sessuale ci ha lasciato il divorzio, l'Aids, l'herpes, stupri all'ordine del giorno... Al posto dell'esplorazione della sessualità c'è rimasto il caos sessuale. Facciamo ancora sesso, ma non ci innamoriamo più... Siamo meno prevenuti e meno sessisti di ogni generazione precedente, eppure i sondaggi dimostrano, stranamente, che siamo facilmente soggetti al bigottismo... La nostra attenzione è rivolta più al futuro che al passato - siamo stanche di tutto questo schifo di nostalgia 'retrò'» (cfr. S. Mizrach, Manifesto X, Ed. Theoria). In questo panorama di giovani in ricerca di motivazioni vere per scrivere in maniera originale l'esperienza 'mitica' dell'amore si colloca questa lettera dei coniugi Zattoni-Gillini. Essi, nel pieno della loro intensa esperienza d'amore e della loro conoscenza approfondita del disegno di Dio e della ricchezza umana, affidano ai cuori di giovani disposti a «uscire dal gruppo» o meglio, ad essere «signori del loro castello», una lettera provocatoria, latrice di un progetto non solo umano che rimane sempre sconvolgente da ogni punto di vista: l'amore tra uomo e donna.