Si tratta di un'antologia che raccoglie "il meglio" di ciò che Gibran ha scritto sull'amicizia curata da I. Farinelli. Tale concetto, nel suo pensiero come nella sua produzione letteraria, presenta connotati eminentemente spirituali, pur nelle diverse forme - documentate da questo volume - in cui l'amicizia può manifestarsi. Essa può essere intesa come apertura di sé e riflesso di una conciliazione interiore ("Come posso io amarvi se non siete voi ad amare tutti i vostri elementi?"); oppure come visibilità dell'Io invisibile (l'amico è l'altra parte di te resa visibile); o ancora come amicizia nei confronti degli elementi della natura. Molto spesso è intensa come l'amore ma, come l'amore, non ha nulla a che fare con un sentimento di dipendenza: nessuno può rivelarci qualcosa di diverso da ciò che già si trova "all'alba della nostra conoscenza". Il confine sfumato tra amicizia e amore è espresso in modo compiuto nel rapporto tra Gibran e Mary Haskell, amica e mecenate americana dello scrittore libanese. I brani che costituiscono una sorta di intermezzo tra le varie sezioni di questa antologia sono tratti appunto dal loro epistolario e dal Diario di Mary Haskell ("Beloved Prophet: The Love Letters of Kahlil Gibran and Mary Haskell and Her Private Journal"). Gli altri testi sono tratti dalle principali opere di Gibran.