L'impressione diffusa è che la teologia della risurrezione sia solo un corollario del valore salvifico della vicenda di Gesù, incentrata sul sacrificio della croce. Ne soffre l'annuncio cristiano, specialmente la predicazione e la catechesi, che, in occasione del messaggio pasquale, sviluppa riflessioni sulla speranza cristiana, tanto generiche da essere solo "simbolo" per l'agire dell'uomo come artefice del suo futuro e della storia. Le dimensioni propriamente salvifiche, antropologiche, ecclesiali, missionarie dell'annuncio pasquale sono svolte senza esplicito riferimento alla risurrezione di Gesù. Tale situazione è il riverbero della riflessione teologica sulla risurrezione. Nella cristologia corrente la valenza salvifica della Pasqua è come appannata ed è difficile vedere il raccordo interiore che corre tra il momento "cristologico" (la risurrezione di Gesù, il suo rapporto con il Padre) e il momento "soteriologico" (il dono dello Spirito, la conversione dei discepoli, la costituzione della chiesa, l'invio della missione, l'attesa del ritorno di Gesù). Il documento sudio intende collegare il momento cristologico (la risurrezione di Gesù) e il momento soteriologico (la nostra partecipazione alla sua risurrezione). Tale sguardo sintetico è ritrovato proprio nella fede pasquale, quale luogo in cui si realizza "simultaneamente" il compimento della vicenda di Gesù e la possibilità reale della nostra partecipazione al suo cammino. Una sintesi teologica della risurrezione, svolta nei suoi momenti essenziali.