La parola cristiana sul matrimonio e la famiglia è sovente carica di impegni, ma povera di significati. Essa appare molto idealizzante all'inizio della vita a due, quando l'esperienza dell'innamoramento è già piena di parole entusiaste, oppure risuona scarsamente capace di donare significati per vivere nella vita quotidiana e nel momento della prova. Anche gli imperativi morali delineano per lo più lo spazio del lecito e dell'illecito, prima di fornire prospettive per la vita buona. Per questo c'è bisogno di 'dialogo', cioè di un senso (lógos) che passi attraverso (dià), una parola che sia capace di alimentare il sogno della vita a due come un dono promettente e la scelta della generazione come una sfida per il futuro. Anzi per il proprio futuro. Lasciando partire, il padre e la madre generano una nuova vita adulta che sappia a sua volta donare la vita e conceda il tempo per accoglierla. Non solo come un dono, ma come un appello che chiama alla libera risposta personale. La coscienza cristiana e la parola della fede possono riscoprire un linguaggio nativo quando fanno incontrare il vangelo con la vita quotidiana delle persone.