"[...] L'impresa tentata in questo libro da Francesco Brancato sta proprio nel tener fermo da un lato l'approdo teoretico dell'esercizio teologico, ma nell'avvertirne a un tempo i limiti, per volgersi poi a quella pregnanza simbolica che nell'arte può dischiudersi proprio sul versante dell'infinito. Si tratta a ben vedere d'una ricerca sotto un certo riguardo coraggiosa e innovativa, disposta per un verso come critica della ragione teologica e per altro verso tesa a considerare l'opera d'arte non come mero abbellimento della fede religiosa, tanto meno come una sorta di Biblia pauperum, bensì come un autentico esercizio teologico." (dalla Prefazione di Virgilio Melchiorre)