La speranza cristiana rappresenta il cuore delle virtù teologali. Senza la speranza non potrebbe sussistere né la fede, né la carità. Essa è come l'anima che le sostiene e che le proietta verso il futuro, e cioè verso il futuro di Dio, che costituisce il termine dove ogni speranza trova la sua quiescenza, il "luogo" in cui ogni speranza diventa realtà piena. Ma voglio lasciare la parola a Papa Francesco per introdurre queste considerazioni sulla virtù della speranza. "Non abbiamo paura di condividere la speranza! La speranza non è virtù per gente con lo stomaco pieno. Ecco perché, da sempre, i poveri sono i primi portatori della speranza. E in questo senso possiamo dire che i poveri, anche i mendicanti, sono i protagonisti della Storia. Per entrare nel mondo, Dio ha avuto bisogno di loro: di Giuseppe e di Maria, dei pastori di Betlemme. Nella notte del primo Natale c'era un mondo che dormiva, adagiato in tante certezze acquisite. Ma gli umili preparavano nel nascondimento la rivoluzione della bontà. Erano poveri di tutto, qualcuno galleggiava poco sopra la soglia della sopravvivenza, ma erano ricchi del bene più prezioso che esiste al mondo, cioè la voglia di cambiamento.