La necessità del ritiro spirituale nasce dal desiderio di crescere nell'intimità con Dio. La tradizione del ritiro spirituale è evangelica: Gesù si appartò per quaranta giorni nel deserto prima di iniziare la sua missione pubblica, e così pure san Paolo, dopo la conversione. Ma già Cesare, Cicerone o Plinio parlavano del recessus, l'azione di ritirarsi in un luogo solitario. Cicerone utilizza l'espressione - del resto comune - numquam minus solus quam cum solus sum, non sono mai meno solo di quando sono solo. E sant'Ambrogio la riportò nel suo "De officis" (3, 1, 2) dandole un senso radicalmente cristiano. Perché il cristiano in grazia di Dio non è mai solo, Cristo vive in lui. E quando si fanno tacere le voci del mondo per raccogliersi in se stessi, allora, in quella solitudine, si sente e si gode la vicinanza del Signore. Queste meditazioni per un ritiro spirituale seguono un temario classico per aiutare l'anima a mettersi davanti a Gesù, ascoltarlo e rivedere insieme a lui la propria vita. Si servono pertanto principalmente del Vangelo e degli altri libri della Sacra Scrittura, e raccolgono le raccomandazioni di santi di ogni tempo. Tra questi uno spazio particolare è dato agli insegnamenti di san Josemaría Escrivá, che sono il perno della formazione dell'autore e che oggi sono nutrimento di milioni di persone in tutto il mondo.